Il Trofeo nasce per volere della figlia del poeta Turiddu Bella, Maria, al fine di valorizzare la lingua e la cultura siciliana, con particolare riguardo alle tradizioni popolari e soprattutto alla poesia di carattere popolare o popolareggiante; una particolare attenzione è rivolta a quei generi letterari che rischiano la totale estinzione, dalla ballata alla storia, dal sonetto all’ottava, oltre alla poesia polimetrica, dando voce a tutti quei poeti che non trovano spazi adeguati nel panorama della poesia dialettale. E così si sono riportati alla luce, o quanto meno rispolverati: dubbi, favole, storie, miniminagghi, contrasti. Questo trofeo si distingue da tutti gli altri concorsi di poesia in dialetto perché ha focalizzato la sua attenzione sulla poesia siciliana del popolo e la poesia epico-narrativa che ha determinato la figura del cantastorie (cuntastorie) e l'opera dei pupi. Anche se oggi si può dire che alla storia cantata o raccontata, al fatto di cronaca, alle gesta coraggiose di paladini, si sta sostituendo una nuova corrente: i nuovi componimenti che possono essere inseriti nel filone della poesia popolare sono quelli che narrano storia di vita, non era ancora avvenuto che il poeta popolare parlasse di sé, oggi il protagonista della storia è lo stesso poeta che la racconta.
Maria Bella afferma: “Era questo il mio intento fare di un concorso non una gara, ma un laboratorio di ricerca e di studio per costituire anche un'associazione che, allargando gli obiettivi del Trofeo, si occupasse delle tradizioni popolari della nostra terra, se ne facesse propulsore per i giovani, e desse agli anziani il modo di esprimere la loro saggezza rientrando nel ruolo atavico di detentori della cultura e della vita”. Infatti, indipendentemente dal giudizio finale della giuria, tutti i testi ricevuti vengono raccolti in antologie per rispettare i principi del Trofeo che vuole dare voce a tutti quei poeti che vivono fuori dalla fiumana dei poeti colti o che dell'attività poetica hanno un'altra visione.
Alla competizione partecipano poeti dialettali noti e meno noti, residenti sia in Sicilia che fuori dall’isola, poeti che verseggiano utilizzando le tradizionali strutture metriche e che si ispirano soprattutto ai ricordi della terra natìa, Il Trofeo ha fatto conoscere al pubblico le voci più interessanti della poesia siciliana contemporanea; poeti colti ed esperti che hanno portato il livello della poesia siciliana molto in alto, nel variegato panorama regionale italiano.
Il Concorso prevede 3 sezioni: Sezione A - Poesia in dialetto siciliano (inedita e a tema libero), Sezione B – Racconto in dialetto siciliano (inedito che non superi le 4 cartelle), Sezione C – Trofeo “Il Cantastorie” (un premio unico che viene assegnato, a giudizio insindacabile della giuria, a un cantastorie, “cuntastorie”, affermato o emergente o ad un interprete della musica popolare).
Per rendere più concrete tutte le iniziative sviluppatesi attorno al Premio, Maria fonda nel 1997 il Centro Studi Turiddu Bella, che promuove giornate di studi, di convegni, di simposi, e che ha dato vita a tre pubblicazioni di "Studi critici delle opere di Turiddu Bella". Oltre ai saggi critici, il Centro Studi pubblica, ogni anno, opere inedite del poeta, facendole interpretare a cantastorie e facendo recitare le sue poesie ad attori.