Roberto Vanadia, artista nativo di Agrigento dove vive e lavora, riesce a rappresentare al meglio la sua creatività ed espressività nella realizzazione plastica di ambienti, oggetti e personaggi rappresentativi della tradizione popolare siciliana. Famoso per le sue miniaturizzazioni dei luoghi del lavoro contadino e delle attività artigianali tipiche della Sicilia tradizionale, queste realizzazioni sono il frutto di studi, accurate ricerche, osservazioni che rivelano la mentalità scientifica dell’etnografo.
Nel 1996 inizia il rapporto di collaborazione con il Centro Internazionale di Etnostoria di Palermo e l’Istituto di Scienze Antropologiche dell’Ateneo palermitano e su incarico del Prof. Aurelio Rigoli, fondatore della cattedra di Etnostoria, espone nell’ambito della mostra Etnostoria di Sicilia alcune delle sue più espressive opere.
Dallo 1999 il Centro Internazionale di Etnostoria di Palermo, in collaborazione con l’Istituto di Scienze Antropologiche, coordina i progetti espositivi delle opere di Roberto Vanadia curandone la direzione scientifica.
Nel 2001 presenta in Assisi, nella Basilica Superiore di San Francesco, una grande installazione presepiale. Senza sosta si susseguono le mostre e le sue presenze a grandi manifestazioni nazionali ed internazionali. Nel 2005 è chiamato a rappresentare l’arte presepiale siciliana nell’ambito della Mostra “Il Presepe. La tradizione natalizia italiana” realizzatasi nel 2005 a Mosca, nel Museo della cattedrale del “Cristo Salvatore” e nel 2006, nel Museo Etnografico Russo di San Pietroburgo.
Le mostre realizzate a Mosca ed a San Pietroburgo, a Berlino ed a Wolfsburg, in contesti di elevatissima valenza culturale, sono state tappe fondamentali per il suo successo presso il pubblico e la critica e la sua arte ha acquisito un respiro internazionale.
Nel 2011 il Patriarcato della Chiesa Ortodossa Russa di Mosca richiede a Vanadia di rappresentare plasticamente il “Mistero dell’Incarnazione” nell’ambito della mostra della Mostra “Il Mistero della Natività” tenutasi a Mosca nel Museo della Cattedrale del Cristo Salvatore: ne scaturisce un’opera concepita come una trasposizione tridimensionale e paesaggistica dell’Icona ortodossa russa offrendo una sintesi dei temi e dei significati del Natale.