Singoli esemplari si definiscono “alberi monumentali” quando la loro testimonianza appartiene non solo al mondo della botanica o della agricoltura, ma anche a quello della cultura e della storia. Gli alberi di età veneranda (da cui il termine di “patriarchi verdi” o di veteran trees come usano dire gli anglosassoni), spesso di grandi dimensioni sono oggi censiti e protetti non solo per i caratteri dimensionali o cronologici ma anche perché patrimoni genetici altrove scomparsi nel corso delle trasformazioni del paesaggio e dei sistemi agricoli. Sono monumentali o Monumenti della natura anche gli alberi che hanno forma e portamento particolare dovuta a fattori naturali (come i venti dominanti che ne determinano inconsuete forme del fusto) oppure a tecniche di allevamento particolari (pratiche agricole, forestali e pastorali). Alcuni assumono il carattere di monumentalità dal fatto di trovarsi collocati vicino a manufatti, edifici rurali, o strutture di elevato valore storico-culturale, quali parchi, giardini, ville, monasteri e altri complessi architettonici, altri affidano il loro valore monumentale a particolari eventi della storia locale, a tradizioni e leggende.
Anche nel territorio di Sinagra, nel Parco dei Nebrodi, sono stati istituiti diversi itinerari che promuovono "I monumenti della natura" e altri i beni immateriali locali quali il "Percorso delle 100 fontane" e "La strada dei Palmenti". Il territorio di Sinagra, infatti, è caratterizzato dalla presenza di castegneti e agrumeti che danno pregio e colore all'ambiente e che fanno da cornice a veri e propri “Monumenti della Natura”, ovvero diversi alberi secolari di particolare rilevanza. La dolcezza della collina, un microclima piacevole favorito dalla vicinanza del fiume, l'ambiente salubre incontaminato ed una ricca vegetazione sono i punti di forza del centro nebroideo, facendone un posto ameno e unico al mondo.
Il percorso, così come la “Strada dei Palmenti” (v. scheda n.135) e il “Percorso delle Cento Fontane” (v. scheda n. 134) prevede una passeggiata da Piazza San Teodoro in direzione della regia trazzera verso Ucria rivestita di basole in pietre. Da qui ci si immerge in una natura incontaminata, tra fontane, vecchi palmenti e alberi secolari. Due sono i “gruppi monumentali”, rispettivamente di acero montano e di tasso, presenti nell’ambito del Bosco Tassita: gli “individui arborei” monumentali vi sono 5 di Acer peudoplatanus, 1 di Ulmus glabra e 2 di Taxus baccata. Ogni albero monumentale è, pertanto, uno scrigno di biodiversità in grado di raccontare con ricchezza di particolari le vicissitudini del luogo in cui vive da secoli, di cui spesso è l’essere vivente più vecchio ed il più profondo conoscitore.
Durante la passeggiata ci si imbatte nella "Pietra di San Leone", luogo dove secondo la leggenda si sarebbe svolto un incontro tra San Leone e il diavolo, come testimonierebbe una croce sulla pietra, tuttora visibile (tappa fondamentale della Festa di San Leone, v. scheda n. 118); nel palazzo del Settecento della famiglia di Beniamino Joppolo con le tre fontane con diversi usi (per lavare i panni, per abbeverare gli animali, per irrigare gli orti e il giardino di aranci); nel pino secolare della famiglia Joppolo; nella vasca di Santa Maria Xilona che raccoglieva le acque delle sorgenti usate per gli orti della zona.
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