Ritenuta tra le cerimonie più belle e caratteristiche del paese, la festa campestre in onore di Maria Santissima degli Ammalati rievoca l'origine storica della città di Misterbianco.
La festa alterna momenti di grande fervore religioso a quelli di rievocazione storica riconducibili a quell'avvenimento che più di tutti caratterizza l'identità della comunità di Misterbianco: l'eruzione del vulcano Etna che nel 1669 distrusse l'antico borgo cittadino.
Le celebrazioni si susseguono per quattro giornate e iniziano il giovedì sera con il trasporto della campana, appartenente al vecchio centro abitato, che viene riportata in paese prima di entrare nel vivo dei festeggiamenti. Dal peso di 51 Kg, la campana, datata al 1802, reca la scritta in latino "Huc passus aegri celerate: Maria salutem mentibus + hic vestris corporibusqoe dabit" ossia " Indirizzate qui con sollecitudine i passi o ammalati: Maria darà salute alle vostre anime e ai vostri corpi". Sarà il venerdì mattina, prima dell'alba, che la stessa sarà trasportata in processione dai fedeli al cosiddetto "chianu 'e malati", com'è chiamato il luogo in cui si erge il Santuario della Madonna degli Ammalati.
La domenica mattina, in maniera corale, la popolazione si riunisce per compiere il tradizionale pellegrinaggio, "viaggiu", verso il piano dove si svolge un momento particolarmente suggestivo e tradizionale: la "cantata o' chianu", ossia un inno in onore della Vergine. A differenza delle altre cantate della cittadina etnea, quella dedicata alla Madonna degli Ammalati è anche una ballata. Disposti in grandi cerchi, fedeli e devoti cantano e ballano tenendosi per mano in una coreografia che procede in un movimento di avvicinamento e allontanamento tra di essi, mentre i membri del comitato organizzativo della festa si rendono promotori di una raccolta di offerte.
Alle ore 18:00 dello stesso giorno i festeggiamenti si trasferiscono nell'attuale centro urbano per la processione del "quadro", opera del pittore catanese Giuseppe Barone che riproduce l'affresco del XVII secolo, raffigurante la Madonna con Bambino, San Giovanni e San Paolo, commissionato come ex voto dai misterbianchesi reduci della guerra in Africa orientale del 1937.