Nella stagione primaverile i tonni in cerca di nuovi amori, si spostano dalle fredde acque del nord verso in direzione del Mediterraneo. Lungo queste rotte, in luoghi non troppo esposti alle correnti, i tonnaroti costruiscono nel mare delle città, fatte di passaggi, gallerie, atri e corti di reti. La sapienza del Rais, il capo della comunità dei tonnaroti, determina la scelta del luogo e orienta le complesse tecniche per la costruzione del percorso e le operazioni di cattura e pesca. In questo articolato rito, che a Favignana aveva luogo ogni anno nei mesi di maggio e giugno, un ruolo fondamentale costituivano le attrezzature e il rispetto di precise regole. La tonnara di Favignana, oggi divenuta un Museo, è una tunnara ô drittu che, a differenza di quelle dette i ritornu, bloccano il cammino dei tonni che si avvicinano alla costa. Il complesso sistema di reti che veniva creato serviva a far convergere il cammino dei tonni verso l’ultimo ambiente, il corpu, unica munita di fondo, in cui alle prime luci dell’alba avveniva la Mattanza. Il momento della pesca coinvolgeva l’intera ciurma, un centinaio di pescatori, che assumevano nomi e ruoli differenti in base al posto occupato nelle imbarcazioni. Le barche a Favignana erano in numero di tredici con denominazioni differenti in base alle dimensioni e alla funzione (i vasceddi, le varcazzi, i parascarmi, le bastardi, i varchi i guardia, la muciara rraisi). Una volta che i tonni giungevano nel corpu aveva inizio il momento della pesca. Le barche dei pescatori formavano un quadrato e con lunghe aste uncinate i tonni venivano sollevati all’interno del vasceddu i livanti. Il momento della pesca rappresentava il culmine di un gesto drammatico, in cui l’intenso colore rosso del sangue dei tonni si dissolveva nel mare. Nel momento della pesca, i tonnaroti intonavano canti e inni e a chiusura il Rais tornava a gridare «E ssempri sia laratu lu nnomu di Ggèsu».
Al termine del rito, le imbarcazioni erano trainate al porticciolo, mentre il vasceddu i livanti verso lo stabilimento, dove si procedeva ad una serie di interventi sul pescato, per la sua lavorazione.