La Festa di San Cono a Naso celebra non solo i natali del Santo, ma soprattutto i miracoli che l’abate ha compiuto dopo la sua morte. Delle feste che si celebrano a Naso in onore di San Cono, la più importante è quella del 1° settembre, quando si organizza la processione cittadina del busto del Santo portato a spalla da una decina di giovani uomini che urlano a più riprese durante il percorso in dialetto: “Na vuci viva: razzia San Cono!“(Una voce viva: grazia San Cono!). Secondo la tradizione alla processione dell’1, precedeva il 27 agosto “a fera d' 'u pilu russu” (il mercato dei buoi), e il 31 agosto "a fera d' 'u pilu niuru" (il mercato degli asini).
Il culmine della festa è il 1° settembre con l'uscita del santo dalla chiesa durante spari di mortaretti, lancio di "calia" (ceci abbrustoliti) e alla presenza dei malati d'orecchi, dei quali il Santo è protettore e guaritore. Ai braccioli della vara sono legati i fazzoletti ex-voto inseriti per grazia ricevuta dai devoti.
La processione parte dalla Chiesa Madre (del XVI secolo), sita nella piazza centrale (piazza Roma), e viene portato per le vie del paese le quali, per l’occasione, sono ornate di archi, piramidi di edera e luci variopinte. Il busto termina il suo percorso nella Chiesa della Madonna della Catena della contrada Bazia, e viene riportato nella Chiesa Madre solo dopo una settimana, durante i festeggiamenti dell’Ottava di San Cono.
Allestita con i denari versati dai devoti nel caratteristico "coppu", il fercolo del santo viene montato su una pesante macchina completa del Busto e delle reliquie che attraversa il paese per l'occasione ornato di archi, piramidi di edera e lampioni variopinti. Il simulacro di Cono ha un aspetto singolarmente sgradevole ("gli occhi grandi e spaccati, il naso aquilino, le labbra grosse, la faccia... bronzina, larghissima"), tanto da essere divenuto, secondo quanto attestano alcuni proverbi, termine di paragone per la bruttezza delle persone ("Avi 'a facci 'i san Conu"). Alla macchina, inoltre, si legano le spighe benedette che dovranno essere mescolate al grano da semina.