San Giorgio (Cappadocia, 275-285 circa – Nicomedia, 23 aprile 303) è il santo martire cristiano venerato da quasi tutte le Chiese cristiane che ne ammettono il culto. La sua storia ci è pervenuta da un testo antico chiamato “Passio Georgi”, considerato un’opera apocrifa secondo il “Decretum Gelasianum” del 496 d.C. del Papa Gelasio I. In famiglia entrambi i genitori lo educano alla religione cristiana fino all’anno in cui Giorgio intraprende la carriera militare come ufficiale delle milizie. Si trasferisce in Palestina, dove viene arruolato nell’esercito dell’imperatore Diocleziano. Giorgio rinnegò la religione pagana (politeista) per difendere il culto cristiano e a causa di ciò venne martirizzato dopo aver subito sanguinarie punizioni.
In Sicilia molti comuni sono legati al culto del santo martire della Chiesa: ricordiamo Agrigento, Barcellona Pozzo di Gotto, Caccamo, Modica, Calatabiano, Messina, Monreale, Enna, Palermo e Ragusa Ibla.
Esistono diverse rappresentazioni della figura di San Giorgio: in piedi, seduto su un trono, a mezzobusto o a cavallo nell’atto di trafiggere il drago, spesso anche attorniato da immagini raffiguranti la vita e il martirio. La rappresentazione più diffusa a Ragusa è quella del cavaliere che impugna la lancia o la spada, con lo scudo raffigurante la Croce ricurva, nell’atto di trafiggere il drago.
La storia della festa di S. Giorgio ha origini molto antiche nella città di Ragusa, essendo già patrono della cittadina prima del 1693, anno del terremoto che sconvolse l’intera Sicilia orientale, quando la città di Ragusa era composta solamente dal quartiere barocco di Ibla. Dopo il 1693, con la creazione del nuovo centro abitato di Ragusa Superiore, si diffuse il culto di San Giovanni Battista, solenne festa di popolo, celebrata a Ragusa nel novenario dal 20 al 29 agosto. Da quel momento Ragusa si è divisa tra Sangiorgiari (sostenitori della priorità del culto di San Giorgio di Ibla) e Sangiovannari (sostenitori della priorità del nuovo culto di San Giovanni di Ragusa). Se da un lato la festa di S. Giovanni è più raccolta e più religiosa, la festa del cavaliere Giorgio è sicuramente più ricca di tradizione popolare e folklore, è la festa dei fuochi pirotecnici, della ballata del santo, degli spettacoli musicali e anche del cosiddetto “martiriu”.