Dopo la seconda guerra mondiale, vuoi a causa della massiccia emigrazione che delle mutate modalità costruttive edilizie, la città di Mistretta ha rivelato uno sconvolgimento la tradizionale eredità dei mestieri e in particolar modo quello dello scalpellino per la lavorazione della pietra dorata del luogo, il mestiere inoltre è faticoso e pericoloso e l'impiego della pietra oneroso rispetto ai nuovi materiali più facili ed economici. Ciò ha causato alla chiusura delle maggiori cave di estrazione della pietra sul territorio costituendo un vuoto nel ruolo tradizionaledella lavorazione della pietra. Fortunatamente negli ultimi decenni è nata una maggiore sensibilità al ritorno alla pietra non solo in campo edilizio ma anche in campo di complementi d'arredo sia urbanistici che domestici. In questo ambito Gaetano Russo si è distinto per le proprie capacità ed il proprio talento grazie anche all'esperienza acquisita incarnando egregiamente la figura dell'ultimo scalpellino-scultore della comunità.
Mistretta è città della pietra per antonomasia, la cui pietra biondo-dorata è molto apprezzata all'estero. Nel dedalo di vicoli le casette di pietra appaiono austeramente eleganti e costituiscono la trama urbanistica del luogo in cui si cammina sui ciottoli di pietra locale. In un ambiente così connotato il giovanissimo Gaetano Russo inizia a lavorare col padre nelle cave etnee; inizialmente descrive la faticosa esperienza come "inferno" ma allo stesso tempo apprende varie tecniche di lavorazione. In poco tempo Il Russo diventa una personalità nota nel mondo della scultura e effettua lavori di arredo urbano sia a catania che a Mistretta oltre a farsi promotore di iniziative culturali cittadine.