Il Palio, che è un vessillo raffigurante la Vergine col Bambino dipinto ogni anno da famoso pittore, viene conteso tra i cavalieri dei quattro quartieri che indossano i seguenti colori:
- Monte-giallo
- Canali-rosso
- Castellina-blu
- Casalotto-verde
Ogni quartiere è rappresentato da cinque cavalieri.
Gli avvenimenti si susseguono con il seguente programma:
5 agosto – la teca d’argento contenente l’immagine di Maria SS. delle Vittorie viene scesa dall’altare, alla presenza di tutto il popolo di Dio e delle autorità locali, e posizionata sulla bara. In questa occasione tutti i cavalieri dei quattro quartieri vestiti in costume portano una lampada votiva, una per ogni quartiere, che viene posta al lato dell’immagine su apposito piedistallo di legno dorato.
12 agosto - dalla piazza principale di ogni quartiere (Monte – piano Crocifisso;
Canali - piazza Regione Siciliana; Castellina - largo Santa Veneranda; Casalotto – piazza Carmine) partono i cortei rappresentativi di ogni rispettivo quartiere formati dal gruppo dei tamburi, dai nobili e dai cavalieri giostranti e vanno in Piazza Semini (davanti il Teatro Garibaldi). Qui il Gran Magistrato, che rappresenta il potere della città, consegna il pubblico bando al banditore e le armi ad ogni singolo cavaliere giostrante. Tale manifestazione viene eseguita tra rulli di tamburi e suoni di trombe.
Terminata questa cerimonia tutti i partecipanti si compongono in corteo e, al rullo dei tamburi e suono di trombe, percorrono le vie principali della città e si recano in Cattedrale dove ricevono la benedizione e dove il Gran Magistrato dona la lampada votiva che viene posta davanti alla teca contenente l’immagine di Maria SS. delle Vittorie.
13 agosto – i cortei di ogni quartiere partono dalle rispettive piazze e si recano, tra rulli di tamburi e suoni di trombe, in Piazza Duomo. In contemporanea, dal piazzale antistante l’Istituto Commerciale, si compone il corteo delle truppe del Conte Ruggero. Questo è formato dal Conte Ruggero a cavallo, dal comandante delle truppe e da vari plotoni con rispettiva bandiera e comandante. Ogni plotone è armato in modo diverso e con costumi diversi: lancieri, arcieri, balestrieri, alabardieri, guardie nobili, guardie del vessillo, vichinghi, ecc. un plotone di saraceni ed un plotone di soldati a cavallo. Inoltre c’è il gruppo composto da due monaci e dal boia con l’accetta sulle spalle. Il corteo così formato, percorrendo le via della città, al rullo dei tamburi battistrada, si reca in Piazza Duomo dove viene accolto con grande festa tra suono delle campane, rulli di tamburi, squilli di trombe e applausi dei numerosi spettatori. Qui il banditore, legge il Pubblico Bando e, subito dopo, il Gran Magistrato consegna simbolicamente al Conte Ruggero le chiavi della Città. Terminata questa rappresentazione, si compone tutto il corteo comprendente le truppe Normanne, i nobili della città (cavalieri, dame, damigelle e paggetti) e i plotoni dei quattro quartieri della Città e percorrendo le principali vie cittadine, applauditi dalla numerosa folla, si ritira nelle rispettive logge.
14 agosto – i cortei dei quartieri e il corteo delle truppe normanne, partendo dai rispettivi siti e percorrendo le vie principali della città, si recano al Piano S. Ippolito (campo sportivo o in gergo piazzese “chianu t’rrmotu”). Ivi giunti, il Banditore legge di nuovo il bando ed il Conte Ruggero, alzando la spada, dà il via alla giostra. Questa è divisa in due parti: nella prima parte i cavalieri, lanciando il cavallo al galoppo, devono colpire con armi diverse lo scudo del Saraceno, simulacro precedentemente posizionato su perno girevole; nella seconda parte, sempre col cavallo al galoppo, devono lanciare il giavellotto e forare il disco di carta posizionato il alto a 5 metri di altezza. Tutto secondo rigoroso regolamento che ne definisce modalità di esecuzione e comportamentali, nonché rispetto del cavallo; in funzione al risultato ottenuto dal giostrante viene assegnato un punteggio.
La gara viene eseguita a chiama alternativamente da un cavaliere per ogni quartiere e viene comandata dal comandante della giostra.
Questa la descrizione della prima parte:
1^ gara – il cavaliere, al via, lancia il cavallo al galoppo e con la lancia in cresta deve colpire lo scudo del saraceno (punteggio da 2 a 20);
2^ gara- il cavaliere, sempre al via e col cavallo al galoppo, deve colpire con la mazza lo scudo del saraceno (punteggio da 2 a 20);
3^ gara – viene tolto lo scudo al saraceno e viene messo un anello di circa 10 centimetri di diametro al quale sono legati i nastrini del colore del cavaliere che sta giostrando in quel momento; questi, ricevuto il via e col cavallo al galoppo, deve prendere con la punta della lancia l’anello (punteggio 20).
La seconda parte si compone di una sola prova che in linea di massima è quella che definisce il quartiere vincitore del Palio.
4^ gara – il cavaliere, al via e col cavallo al galoppo, deve lanciare il giavellotto e deve forare il disco di carta posto in alto (punteggio 25).
Il Palio viene vinto, tra gli applausi ed il tifo dei sostenitori, dal quartiere che è riuscito a totalizzare il punteggio più alto.
Viene premiato con una coppa anche il cavaliere che ha avuto il miglior comportamento in campo ed ha realizzato il miglior punteggio.
Alla gara, ogni anno assistono decine di migliaia di spettatori oltre alle autorità politiche ed ecclesiastiche.
A conclusione della manifestazione, il corteo si ricompone e percorrendo le vie della città tra affollatissime ali di spettatori applaudenti e inneggianti al quartiere vincente, si ritira nelle rispettive logge, a notte inoltrata.