La piccola vara processionale è realizzata in argento cesellato e la sua fattura risale al 1626. Su di essa, probabilmente, prima veniva posto solamente il reliquiario contenente il Sacro Capello della Madonna, oggi vi è posta anche una statuetta argentea, alta soli 90 cm, realizzata dal devoto Nunzio Magliani nel 1902.
Il reliquiario oggi portato in processione costituisce l'unico esempio esistente in Sicilia di lampada in cristallo di rocca con scanalature alternate di tipo dorico e ionico. È di forma piramidale con base tonda in argento dorato con piccole foglie, sormontata da una croce in bronzo dorato di epoca tarda. Di autore ignoto, il reliquiario (lampada) risale al X, XIII o forse al XV secolo.
(Scheda OA: 1900058782 – Reliquiario (Lampada) - Autore della scheda: C. Ciolino)
Il dipinto raffigurante la Madonna con il Bambino posto sull'altare maggiore del duomo di Messina è un olio su tavola, riproduzione del XX secolo, ad opera di Adolfo Romano, dell'originario andato perduto nell'incendio del 1254. La Madonna è rappresentata a mezzo busto, su fondo dorato, con il Bambino benedicente sulle braccia. Giornalmente è ricoperto con una manta d'argento, sostituita con la ricca manta in oro soltanto il 3 giugno, in occasione della festa.
(Scheda OA: 1900058612– Dipinto raffigurante La Madonna con il Bambino - Autore della scheda: C. Ciolino)
La Manta d'oro (160 x 98 cm) delinea le vesti della Madonna e del Bambino con una raffinata lavorazione in cesello d'oro che riproduce le pieghe e i ricchi tessuti secenteschi, quali damasco e broccato. L'opera risale al XVII secolo: come si può leggere nell'iscrizione su di essa riportata, fu iniziata nel 1661 e terminata nel 1668 da «Innocenzo Mangani, argentiere scultore architetto fiorentino». Nel corso del tempo è stata impreziosita ulteriormente da gioielli, pietre e smalti, donati da nobili e arcivescovi in segno di devozione alla Madonna della Lettera. È custodita nella stanza del tesoro della cattedrale intitolata alla Madonna Assunta.
(Scheda OA: 1900058765 – Manta - Autore della scheda: C. Ciolino)
La Sacra Lettera: la verità storica della lettera scritta dalla Madonna ai Messinesi, nel tempo è stata smentita e poi confermata. Sicuramente l'originale della lettera non esiste più; nel tempo pare sia andata perduta, ma ne resta traccia in alcuni documenti storici, nell'iconografia legata all'episodio dell'incontro con la Madonna, oltre che nella tradizione. La lettera fu scritta in ebraico o arabo antiocheno, con caratteri siriaci, in seguito tradotta in greco e poi in latino da Costantino Lascari. Di certo Messina ricorda questo evento e soprattutto la protezione promessa dalla Madonna in molte occasioni. Per citare qualche esempio: la statua posta all'ingresso del porto raffigura proprio la Madonna con un braccio alzato nell'atto di benedire la città mentre nell'altra mano tiene la lettera. Ai piedi della statua sono riportate le parole che chiudevano la Sacra Lettera: Vos et ipsam civitatem benedicimus. Mentre tra le scene che alle 12:00 di ogni giorno animano l'orologio del Duomo, ve n'è una che raffigura l'ambasceria alla Madonna.