La festa di San Leone è una celebrazione dedicata al patrono di Sinagra che consta di due momenti: la Domenica di Pasqua, il Lunedì dell’Angelo e l’8 maggio.
L'interesse ruota intorno alle celebrazioni del Patrono San Leone, la cui ricorrenza cade il 20 febbraio, ma per antichissima usanza viene festeggiato la sera della domenica di Pasqua, momento in cui la statua del santo viene portata in processione dalla chiesa di campagna al paese. Giovani e meno giovani, tutti in fila, per trasportare a spalla la statua del Patrono del paese, San Leone, che preferì Sinagra al ruolo di Vescovo di Catania, nell'ultimo tratto della Processione la vara con la statua viene trainata "di corsa" sul ponte situato all’ingresso del paese intorno alle ore 23.00, dopo la processione, dal procedere lento, che dura circa quattro ore, con il classico “due passi avanti e uno indietro”, che simboleggia l’indecisione del Santo nel ritornare a Catania, dove svolgeva l’attività di Vescovo. Alla vista del paese il Santo “non ha più dubbi”, sceglie Sinagra e va incontro al suo popolo correndo in maniera sfrenata. Questa fase della festa della domenica di Pasqua viene denominata “Miracoli di Santu Liu", ovvero una corsa della pesante statua del Santo, devotamente portata a spalla dai fedeli, al grido di “viva Santu Liu”, che irrompe sulla folla.
La tradizione vuole che proprio durante questa fase delle celebrazioni, in passato come ancora oggi, avvengano i “Miracoli di Santu Liu”.
La festa prosegue con la processione del lunedì di Pasqua che anticamente veniva a coincidere con la fiera del Lunedì di Pasqua; durante la giornata vi è anche "La Fiera del lunedì di Pasqua" in passato molto sentita.
In maniera analoga alla “Corsa di Pasqua”, l'8 maggio si ripete la Festa del Patrono, durante la quale con grande partecipazione di popolo, si svolgono sfilate di bande musicali e i giochi pirotecnici. Si ripete la spettacolare traversata di corsa a partire dalle 15,00 e dopo aver attraversato il paese, il simulacro sosta davanti la “pietra di San Leone”, in contrada Vallone d’Orecchia, dove la tradizione narra dell’incontro tra il Santo taumaturgo e il diavolo scacciato dal suo gesto (il segno della Croce, che oggi è inciso sulla pietra). La processione si conclude con l’arrivo alla Chiesa Madre dove il Simulacro rimarrà fino al 1° Novembre, per poi essere riportato nella chiesa di campagna per la stagione invernale, in memoria dell’eremitaggio del Santo.