Gli Altari sono allestiti presso i locali dell’ex Monastero benedettino Badia a Chiusa Sclafani e nelle case di moltissime famiglie.
Uno dei compiti più impegnativi e difficili della preparazione degli altari, consiste nella realizzazione dei pani votivi, un lavoro svolto quasi esclusivamente dalle donne. Gli ingredienti sono: farina di grano duro, sale quanto basta, acqua, lievito di casa, seme di cimino e rosso d'uovo sbattuto. La pasta deve contenere poca acqua e deve essere dura per favorire la modellazione dei pani. Caratteristica del pane votivo è l’essere impastato unitamente con il sesamo; con esso si modellano, in maniera artistica, forme di cavallucci, uccelli, piatti colmi di frutta, oggetti sacri, cucciddati.
È usuale a Chiusa Sclafani convocare nei panifici dei quartieri le donne più abili, che fanno uso anche dell’acqua con cui si inumidiscono le dita e attraverso la quale incollano ai pani le piccole forme di decorazione, ottenendo come risultato delle vere e proprie opere d’arte. Prima di essere infornato, il pane viene pennellato con la chiara d’uovo e tolto dal forno solo quando ha raggiunto un colore dorato. I pani che presentano delle difficoltà artistiche, per evitare che si rompano come il nome di Maria, Varva e vastuni di San Giuseppi, a Sfera etc., vengono sistemati ed infornati all'interno di teglie, mentre tutti gli altri direttamente nel forno.
Il pane costituisce la centralità della festa: come sostanza vitale, simbolo di luce e di vita terrena. Il giorno dopo, ai vicini di casa, agli amici ed ai parenti, vengono regalati i pani benedetti. Il pane più artistico, travaggliato ( lavorato), il "bastone" di San Giuseppe, il "cuore" ed il "nome" di Maria, etc., vengono regalati alle persone più intime. Non è ammesso nessuno spreco.