Il fervore dei fedeli caratterizza lo stato d'animo dei partecipanti ai riti del Venerdì Santo di Vittoria.
La mattina, per le vie della cittadina ragusana, si svolge la processione del Cristo morto insieme al simulacro di S. Maria Addolorata, organizzata dalla congregazione del SS. Crocifisso dal 1657, tramandandola e mantenendola complessivamente inalterata nei tempi. Questo primo momento devozionale viene a concludersi con la rappresentazione della "scesa della croce", nota alla popolazione locale come "I parti ro Signuri".
Scenografia della sacra scena è il tempietto a otto colonne e di forma circolare detto "Calvario", decorato con maioliche raffiguranti le scene della passione e morte di Cristo, nel quale avevano accompagnato il simulacro del Cristo morto portato in processione la mattina.
Il dramma della passione, recitato in dialetto popolare, venne ad arricchire la processione storica dal 1669. Gli attori, vestiti in abiti d'epoca, recitano i 450 versi endecasillabi sciolti che compongono lo scritto "Il dramma sacro del Venerdì Santo" del marchese Alfonso Ricca, ancora oggi in uso.
Molti studiosi ritengono che il Ricca, nella scrittura del suo dramma sacro, si sia ispirato alla rappresentazione de "Il riscatto di Adamo nella morte di Gesù" di Filippo Orioles, nota come "Mortorio di Cristo", largamente diffusa in Sicilia già dal 1750. Dal 1954 sono chiamati attori professionisti, mentre una voce fuori campo presta la sua al simulacro del Cristo crocifisso.