La tradizionale e antica processione dedicata all'apostolo il 29 giugno alle ore tredici a Palazzolo Acreide rappresenta uno dei rituali maggiormente dotati di spettacolarità e suggestività nell'ambito dei festeggiamenti in devozione di San Paolo nel territorio della Provincia di Siracusa.
All’alba cominciano i preparativi per l’uscita delle tredici. La profumatissima lavanda, che a Palazzolo viene detta “spica ri San Paulu”, che viene offerta in gran quantità al santo e benedetta, viene distribuita in piccoli mazzi ai fedeli. Verso le nove si muove “u carrettu ro pani”, che, adorno di spighe, trainato a mano per le vie del paese, raccoglie le tradizionali “cuddure”, grandi pani votivi decorati con uno o più serpenti a rilievo, che benedette vengono poi vendute all’incanto nel pronao della chiesa. Un corteo di cavalieri accompagna la raccolta del pane per le vie principali della cittadina. Sul sagrato della basilica di S. Paolo avviene la benedizione degli animali. Ma il momento più importante della festa, atteso e preparato per un intero anno è l’uscita delle tredici “a sciuta”.
Già dalle prime ore della mattina lo spazio antistante la chiesa e le vie limitrofe sono riempite da un fiume di sostenitori. I devoti sono preparati all'attesissimo evento, ciascuno pronto ad adempiere al proprio ruolo.
I portatori fremono nell'attesa di compiere il loro gesto, in segno di "diritto al posto" legano il fazzoletto (che durante la marcia porteranno al collo), alle lunghe aste delle vare dette "baiarde", sia del simulacro che del reliquiario. Essi hanno fatto il voto della "spalla nuda" come alcune delle loro donne, che fanno invece la processione scalze, ovvero il voto del "viagghiu scausu".
Poco prima delle 13, al termine della messa, la gran parte dei devoti esce dalla chiesa per cercare posto all'esterno, per assistere all'imminente spettacolo della "sciuta" del santo patrono.
I portatori prendono dall'altare l'antica statua di San Paolo e la collocano sopra la vara. La chiesa è immersa in una atmosfera carica di tensione e significato: mentre gli uomini sollevano a spalla il sacro carico, due devoti, vestiti con camicia, pantaloni bianchi e fazzoletto rosso al collo, sono saliti sulla parte anteriore della vara.
All'uscita della vara, come in un contagio collettivo sotto un sole caldissimo le grida di incitamento si diffondono per tutto il quartiere, due angeli in cartapesta vengo fatti scendere scorrendo su due fili metallici legati fra il campanile del tempio e il palazzo di fronte. La riuscita di questo lancio è carica di significato scaramantico, infatti nel caso lo scorrimento non fosse fluido e si interrompesse sarebbe da interpretare come cattivo auspicio per l'anno in corso.
Durante il percorso molto caratteristico è il rituale della benedizione dei bambini nudi, come il rituale delle offerte da parte dei devoti di denaro o preziosi che verranno sistemate con delle spille su dei nastri di colore rosso fissati appositamente sulla vara dai due uomini prima citati.
All'uscita del reliquiario, fra l'assordante scampanio e un primo sparo dei fuochi d'artificio, i portatori trasportano il sacro carico fra la folla per fermarsi in attesa fino appena oltre la piazza. Sono le 13 in punto, la "sciuta" si compie, esce il simulacro di San Paolo, finalmente appare ai suoi devoti, la piazza è tutta in continua acclamazione, inizia lo spettacolo pirotecnico composto di maestosi e potenti fuochi d'artificio, di lanci di stelle filanti e volantini colorati detti "nzareddi" che piovono e sommergono letteralmente il pubblico e così prende avvio la processione, il serpentone umano procede lentamente per le vie dell'antico quartiere di Palazzolo.
Il reliquiario e il simulacro faranno una breve sosta durante il corteo per entrare in segno di devozione nella chiesa dell'Annunziata, poi il corteo proseguirà fino alle 14,30 circa, momento del rientro alla chiesa dedicata al patrono, qui reliquiario e simulacro verranno riposti fra gli applausi e l'acclamazione generale dei devoti.
La sera, all’imbrunire, si svolge una seconda processione. In tarda serata a conclusione della processione, viene sparato “u fuocu”, uno straordinario spettacolo pirotecnico. Dopo le placide girandole con i loro colori e sibili, con la magia con quale sanno all’improvviso manifestarsi in nuove forme e colori, inizia un grande spettacolo pirotecnico in tutte la direzioni, si creano effimeri arabeschi di fuoco che illuminano nel loro susseguirsi di colori le volute barocche della chiesa, la piazza, i palazzi circostanti.
Nel giorno dell'ottava e un'ultima volta per l'anno in corso, la processione per le vie del paese avrà nuovamente luogo, fino al rientro in chiesa dove la statua verrà riposta all'interno della nicchia per rimanervi fino alla prossima festa di giugno.